Le ultime notizie da Anna e Irene, le due ostetriche italiane giunte in Haiti per collaborare con lo staff dell’Ospedale Saint Damien.

Irene e Anna sono due ostetriche neolaureate presso la Scuola di Verona che hanno scelto di trascorrere 6 mesi in affiancamento allo staff dell’Ospedale pediatrico Saint Damien di Haiti, paese dove il tasso di mortalità materno e neonatale è il più alto al mondo.

Le giovani, arrivate sull’isola il 16 gennaio scorso, stanno aiutando lo staff ostetrico del reparto Maternità. In particolare,  grazie anche all’attività formativa con il Prof. Ferrazzi (primario al Buzzi di Milano e clinical advisor del Reparto), Irene sta lavorando al triage, Anna è in sala parto.

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Il Professor Ferrazzi, clinical advisor del reparto Maternità dell’Ospedale Saint Damien, con le due ostetriche Irene e Anna alla cerimonia di consegna dei diplomi a medici e ostetriche che hanno partecipato al corso di formazione, in collaborazione con Isuog.

<<In questo martoriato Paese si vedono cose incredibili: donne incinte che decidono di avvelenarsi come prova d’amore, pillole abortive illegali che possono malformare il feto… Di recente abbiamo anche iniziato a documentarci sui rituali voodoo perché abbiamo saputo che negli orfanotrofi in passato hanno accolto bambini che ne avevano sofferto le conseguenze…ci siamo informate per poter capire meglio le reazioni delle persone, poter fare un adeguato counseling… ma la comprensione di questa religione-superstizione continua a risultarci un po’ ostica!

Quest’anno abbiamo vissuto il rituale della Pasqua in maniera diversa: innanzitutto perché l’abbiamo trascorsa lontane dalle nostre famiglie, in secondo luogo perché abbiamo capito tante cose della nostra religione che prima non comprendevamo. È proprio vero che l’incontro con il diverso ti spinge a interrogare te stesso. Qui abbiamo visto molti esempi di persone che, come Gesú, hanno sacrificato la loro vita in nome di un valore nel quale credevano. In questo caos ci sono splendide figure di riferimento come Sister Judith, Father Rick, Roseline, Miss Peggy che in questi mesi di permanenza ci sono sempre state vicine.

Stiamo inoltre iniziando a capire le reazioni degli haitiani nei confronti della morte. Soffrono come noi, hanno paura come noi, ma sono molto piú forti. Forti di un Dio che si coniuga in molte religioni, forti del valore della condivisione che loro hanno nel sangue. E ci vogliono tutti un gran bene! L’altro giorno sono stata a casa dal lavoro perché non mi sentivo bene. Al suo ritorno, Anna mi ha detto che in ospedale erano tutti molto colpiti e preoccupati per me, avrebbero detto una preghiera di pronta guarigione, mi inviavano i loro saluti. Che persone allegre e sempre riconoscenti! E pensare che tante persone che lavorano con noi hanno perso i loro mariti nel terremoto…conosciamo persone sole, che lavorano come matte e fanno la fame per mandare i figli a scuola e pagare l’affitto. Una delle nostre lavandaie ha perso la casa in uno degli ultimi uragani, e abita in una tenda. Che angoscia vivere in una tenda, essere esposti a qualunque gang, sapere di poter perdere tutto da un momento all’altro. Che coraggio ci vuole! E con quale gioia e impegno si presenta a lavoro ogni giorno!>>

Irene a Anna